Oggi sembra del tutto naturale, chiacchierando con gli amici e parlando con loro del più e del meno, condividere esperienze di viaggio, descrivere la bellezza dei paesaggi con dovizia di particolari, fotografare e postare sui social le prove di tali conquiste personali; sembra quasi ovvio, nel nostro secolo, poter essere un giorno in una metropoli ed un altro in un’altra, anche molto distante. Certo, bisogna avere anche le disponibilità per poter affrontare gli oneri di tali spostamenti: questo è pacifico. Così parliamo di globalizzazione e di Erasmus, di cosmopolitismo e di identità culturale con incredibile sicurezza e quasi con leggerezza: la grandezza di certe conquiste passa certe volte “in sordina” davanti alle prassi consolidate.Quando chi scrive aveva 19 anni si iniziava a parlare della opzione di “studio all’estero” con emozione e con quella curiosità della “prima volta”: ora le candeline sono 38 e tutto sembra normale, quasi scontato. Un elenco di mete quali Napoli, Venezia, Roma, Londra, Lisbona, Siviglia e Madrid non colpisce più di tanto in effetti, tanto più se associate al corso di una vita lungamente vissuta: questo nel terzo millennio.
Pensiamo invece alla stessa trama però ambientata tra Seicento e Settecento … e allora ? Siamo ancora così tanto indifferenti alla cosa ? Ebbene, questo è stato il lungo viaggio di un grandissimo compositore e clavicembalista italiano, che ha fatto della Spagna la sua casa: Domenico Scarlatti.
Nato a Napoli nel 1685 (un po’ come per i vini, quest’annata fu eccezionale in quanto vide la nascita anche di J.S. Bach e di G.F. Händel) e figlio d’arte del grande musicista Alessandro, divenne nel 1701 compositore ed organista della Cappella Reale. Sul soggiorno veneziano si conosce molto poco, però nel 1709 lo troviamo a Roma al servizio della regina polacca Maria Casimira (in esilio). Proprio Roma, in particolare la residenza del Cardinale Ottoboni, fu “terra di scontro” in ambito virtuosistico proprio con il coetaneo , ed egualmente apprezzato, Händel: Scarlatti vinse il premio per il clavicembalo, Händel quello per l’improvvisazione all’organo; insomma, i romani non scontentarono nessuno. Nel 1719 Scarlatti si trasferì a Lisbona per poi ritornare a Roma nel 1727; l’anno successivo il maestro prese in sposa Maria Caterina Gentili.
I coniugi Scarlatti partirono alla volta di Siviglia e nel 1733 si trasferirono definitivamente a Madrid: qui Scarlatti visse fino al 1757 e fu una vita fortunata e prestigiosa.
Italia e Spagna, tra le tante cose, hanno in comune anche Scarlatti, un genio indiscusso della musica … certo, hanno in comune anche la storia, un impero e anche le lingue derivate dal latino … Ottimo !
Volete approfondire l’argomento ed ascoltare Scarlatti ? Per quello ci sono CD e YouTube: consiglio le Sonate e le opere per il teatro.
Volete conoscere la lingua spagnola, quella che aveva imparato anche Scarlatti ? C’è solo una risposta: il Collegio de Salamanca di Via Bruno Buozzi 2 a Torino.
Perché le lingue e la musica ti portano ovunque !
Pierluigi Parise