Gli elementi del cinema di Pedro Almodóvar. Un mix di influenze esterne e vissuto personale.
Pedro Almodóvar è stato uno degli esponenti di spicco della Movida, il movimento socio-culturale che ha caratterizzato la Spagna post-franchista, di cui vi abbiamo parlato nel precedente post. Attraverso i suoi film ha rappresentato i desideri e le aspirazioni della generazione che stava uscendo da 40 anni di dittatura.
Il suo ruolo nel mondo del cinema però non si è fermato a quello di portavoce di un determinato periodo storico. Almodóvar ha saputo trasformarsi nel tempo, seguendo i cambiamenti della società che rappresentava nei suoi film, passando da cineasta underground e sperimentale ad affermato regista e figura di spicco sulla scena del cinema mondiale.
Le influenze
Per capire le opere di Almodóvar bisogna fare riferimento alla sua identità ed alla sua storia, in quanto molti elementi del suo vissuto si riflettono poi nei suoi lavori. Il regista nasce in un paese della Spagna centro-meridionale, nella regione de La Mancha, da una famiglia di umili origini contadine.
Proprio queste sue radici legate alla terra gli danno ispirazione per la creazione di alcuni personaggi delle sue pellicole. Molti dei suoi film infatti vedono i protagonisti urbani tornare alle loro abitazioni di famiglia nel paese d’origine, che simboleggia il rifugio o la redenzione. Nel film Volver del 2006 per esempio il ritorno al paese natio rappresenta l’espiazione delle colpe da parte di una delle protagoniste.
Un altro evento della vita del regista che viene ricordato nei film è il trasferimento a otto anni in Estremadura, nella parte occidentale del Paese, dove avrebbe ricevuto una severa educazione da parte della Chiesa Cattolica che si riflette per esempio nel racconto de La mala educación (2004).
Almodóvar ha sempre diviso la critica spagnola, trovando chi lo acclamava incondizionatamente ma anche chi ne criticava aspramente i temi trattati, per lo più in ambienti conservatori. Gran parte delle critiche che gli sono state rivolte si riferiscono anche all’influenza che il cinema di Hollywood ha avuto nei suoi film. Possiamo dire che Almodóvar abbia effettivamente subito il fascino del cinema nordamericano nei suoi primi lavori, in particolare dal cinema underground e trasgressivo di artisti come Andy Warhol. I critici identificano molto netta anche l’influenza stilistica di Alfred Hitchcock (come in Donne sull’orlo di una crisi di nervi- Mujeres al bordo de un ataque de nervios) e dei melodrammi di Douglas Sirk, che il regista stesso riconosce.
Il suo profondo legame con la Spagna però è innegabile. Almodóvar riceve influenza direttamente dalla tradizione cinematografica della Seconda Repubblica degli Anni ’30, dalle opere di Edgar Neville – regista spagnolo degli Anni ’40 – , dei drammaturghi e degli sceneggiatori Miguel Mihura ed Enrique Jardiel Poncela. Anche nelle sue colonne sonore – elemento molto importante dei suoi film – ritroviamo il flamenco e la musica folk spagnola di Alberto Iglesias.
I temi: la libertà, il corpo, le donne
Sicuramente uno dei temi che possiamo trovare nelle pellicole di Almodóvar è la libertà. In particolare la libertà di esprimere se stessi nel modo più autentico fino anche a sconfinare nella trasgressione. La Movida celebrava la rottura dei tabù, la voglia di libertà e riscatto ed Almodóvar inizia la sua carriera proprio rappresentando tutto ciò.
Un altro tema molto sentito che viene affrontato in molti modi nei suoi film è sicuramente il rapporto con il corpo umano. Il corpo viene trasfigurato, rimodellato, sfruttato. Si sovvertono anche i generi e le identità, tutti i personaggi sono più fluidi di come appaiono in superficie. Forse è anche per questo che è stato notato dai critici come nelle sceneggiature compaiano spesso luoghi di transizione o di trasformazione dell’identità come gli aeroporti, i camerini e le discoteche. Infine abbiamo le donne, rappresentate in molti modi: madri, sorelle, prostitute, amiche. Il regista ha parlato spesso di quanto ha imparato sul genere femminile ascoltando le donne che lo circondavano nell’ufficio della compagnia telefonica nazionale Telefónica dove lavorava. Spesso anche sua madre (Francisca Caballero) – che incarna la saggezza archetipica della femminilità contadina – viene coinvolta in ruoli cameo nei suoi film.
Possiamo dunque pensare alle opere di Almodóvar come ad un insieme di influenze artistiche esterne e vissuti personali che vengono continuamente analizzati e rielaborati.