Da Valencia a San Luis.

Quattro chiacchiere con Fatima Crego, artista tra le vincitrici del concorso di muralismo indetto dal Ministero della Cultura argentino.

Qualche settimana fa abbiamo parlato dei bellissimi murales che colorano la città di Valencia. Quello della street art è un tema molto ampio e complesso che merita qualche approfondimento per essere conosciuto sotto più punti di vista e secondo le prospettive di artisti diversi.

Abbiamo pensato quindi di contattare FATIMA CREGO, un’insegnante di arte e pittrice muralista argentina, per imparare qualcosa di più da chi l’arte la fa in prima persona.

Fatima è tra le vincitrici del Concurso Federal de Muralismo del Ministero della Cultura argentino. Il concorso, che quest’anno aveva come tema principale “la sovranità”, ha attirato un totale di 386 artisti provenienti da tutte le regioni del Paese.

In questa intervista abbiamo parlato del ruolo della donna come artista e di come le donne stesse interpretano l’arte sui muri in un contesto come quello argentino.

Ciao, Fatima, grazie per averci dato l’opportunità di rivolgerti qualche domanda. Ti presenti ai nostri lettori del Collegio ? Come hai iniziato a realizzare murales e perchè hai scelto proprio questo tipo di forma d’arte ?

Mi chiamo Fatima e faccio parte di un gruppo di donne artiste, per questo motivo abbiamo deciso di chiamarci “mujeres que pintan” – donne che dipingono. Viviamo tutte in un paese chiamato Merlo, nella provincia di San Luis, Argentina. Siamo insegnanti ed artiste interdisciplinari. Ci siamo riunite grazie ad un appello di diverse artiste e muraliste, che hanno deciso di raggrupparsi per creare un movimento federale di muralisti chiamato AMMURA e insieme trattiamo di temi che ruotano intorno all’ambiente da un punto di vista femminile. Sappiamo che questi temi sono di interesse generale ma lo sguardo delle donne propone sempre una prospettiva diversa. Attraverso l’arte murale vogliamo conquistare la strada e i muri della città, perchè crediamo che sia un format che faciliti l’accesso al pubblico.

Di tutti quelli che avete dipinto, qual è il vostro murale preferito ?

Il murale che ci piace di più è quello che chiamiamo ECOCIDIO…BASTA YA! (ECOCIDIO…ADESSO BASTA!). E’ una pittura murale nella quale il processo creativo si esprime completamente, che ci ha fatto interrogare sul messaggio che abbiamo voluto lasciare riguardo agli incendi nella zona in cui viviamo.

Che tipo di messaggio volete trasmettere con i vostri lavori ?

Con i nostri lavori ci concentriamo sul tema della decolonizzazione in termini di cura, rispetto e costruzione del territorio. Partecipando attivamente come artiste, mettiamo in discussione i metodi di produzione che trascurano l’essenziale della vita e le risorse naturali delle minoranze.

C’è un artista argentino che ammiri particolarmente e che vorresti fosse conosciuto anche in Italia/Europa ?

Alcuni artisti che mi piacciono e che considero riferimenti sono Marcelo Carpita, Carpani e Gerardo Cianciolo. Questi artisti non solo hanno creato arte come segno di protesta ma hanno anche lasciato lo studio e il cavalletto per raggiungere la strada. Lucas Quinto, Walpaq, Martin Roura e Fio Silva sono altri muralisti che mi piacciono.

Puoi parlarci del progetto a cui hai partecipato e vinto ? Come descriveresti il tuo contributo al progetto ?

E’ stata una convocazione del Fondo Nazionale per le Arti, ente governativo che promuove la produzione artistica in Argentina. Nel 2020 la proposta era quella di scegliere un tema legato alla sovranità e abbiamo scelto di concentrarci sugli incendi boschivi che mettevano a rischio il patrimonio di questa regione in cui viviamo. Per prepararci alle nostre creazioni abbiamo effettuato ricerche sul territorio, selezionando piante e fauna autoctone che sono direttamente minacciate dagli incendi che sappiamo essere intenzionali, direttamente o indirettamente provocati da attività immobiliari e da una politica statale che non promuove la cura per l’ambiente, né consente alla giustizia di svolgere il suo compito.

Ritieni che i murales siano mezzi davvero efficaci di trasmissione di messaggi politico/sociali o siano più utili per il rimodellamento ed “abbellimento” della città ?

Crediamo che l’arte di strada abbia un impatto enorme sulle persone, sorprendendo ed invitando alla riflessione. Allo stesso tempo il lato estetico, che può piacere o meno, rende queste riflessioni concrete, attraverso il colore e le linee e al contesto in cui circolano ogni giorno. Comprendiamo e siamo d’accordo nel dire che ci sono due tipi di  murales, uno che propone un messaggio con contenuti di denuncia, riflessione e consapevolezza e un altro che gira più sul lato estetico o che è più decorativo.

Ringraziamo ancora Fatima per averci concesso questa breve intervista.

 

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