Ese viento obstinado
Ocho, etcétera
Ataúd camarada en el patio escolar. Uno.
Abuelo jardinero elevado a raíz. Dos.
Bisabuela lituana perdiendo la sintaxis. Tres.
Maestro descifrando su oxigeno con lupa. Cuatro.
Abuelo bufeador en la bañera. Cinco.
Abuela que hace acordes
con las venas del piano. Ya van seis.
Madre subida al árbol del pulmón
descose el horizonte. Siete, siete.
Amigo disolviendo su silueta
mastica su teléfono. Son ocho y continúan.
Esa es mi familia,
la que enumera desapareciendo.
Così si apre la raccolta di 38 poesie, intitolata “Vivir de oido”, pubblicata per la prima volta in Messico nell’ottobre del 2017 da ALMADIA e recentemente riproposta dalla casa editrice spagnola LA BELLA VARSOVIA, opera di Andrés Neuman, autore che coloro che seguono queste pagine già hanno avuto modo di conoscere.
“Vivir de oído” ( in italiano diremmo “Vivere a orecchio”) è prendere i giorni come vengono: improvvisi, fugaci trascinati dai venti del caos. Significa scoprire la musica che si ode appena sotto il rumore, per riconoscere l’armonia sotto le cose. Una canzone che, non appena cerchiamo di canticchiarla, si dissolve in una ventata. Una melodia la cui breve durata riesce a portarci la chiarezza della poesia. Nelle essenziali ma efficaci poesie di questo libro trovano spazio le separazioni, le rivelazioni, le ossessioni, le brevi allucinazioni e gli inganni del suono con cui la realtà ci distrae.
Ancora una volta Andrés Neuman dà prova della sua geniale originalità, della sua straordinaria capacità creativa nell’interpretare, esprimere, comunicare e condividere lo smarrimento in cui l’uomo si perde di fronte ad un mondo mutevole, malleabile che cambia e confonde i “suoni” troppo in fretta. L’autore ci regala tracce di identità che provengono dall’eredità familiare, storie che danno forma al passato, presentimenti dell’oscurità finale, ma anche apparizioni e rivelazioni amorose che la illuminano.