Una nuova parola è entrata nel vocabolario italiano, almeno nell’uso corrente, per indicare le persone che consegnano il cibo acquistato tramite i siti internet di ristoranti e pizzerie: “riders“.
Come i postini che recapitano la corrispondenza, i riders attraversano la città in bicicletta, un mezzo di spostamento rapido che ricorda l’uso che in passato si faceva del cavallo. La bicicletta come gli equini, nelle pause tra uno spostamento e l’altro, viene legata ad un lampione o agli speciali stalli predisposti in alcuni punti delle strade.
Nei mesi scorsi questi nuovi “cavalieri della bici”, i riders di Roma e Bologna, si sono uniti ed hanno protestato per chiedere un miglior trattamento economico e soprattutto condizioni di lavoro dignitose e sicure, poiché essi non hanno un regolare contratto né tutele e neppure uno stipendio certo ed equo su cui contare a fine mese.
Lo sfruttamento della forza e dell’agilità dei giovani per inviare merci o messaggi nel minor tempo possibile è stata una costante in tutte le civiltà del presente e del passato. Ad esempio, l’inca Garcilaso de la Vega, nel suo libro “Comentarios Reales de los Incas”, dà una descrizione molto precisa del sistema di comunicazioni postali da un punto all’altro dell’Impero. I giovani postini erano detti “chasqui” e percorrevano costantemente itinerari non facili sui lunghissimi ed impervi tracciati andini.
“Chasqui llamaban a los correos que había puestos por los caminos para llevar con brevedad los mandatos del rey y traer las nuevas y los avisos que por sus reinos y provincias, lejos o cerca, hubiese de importancia. Para lo cual tenían a cada cuarto de legua cuatro o seis indios mozos y ligeros, los cuales estaban en dos chozas para repararse de las inclemencias del cielo. Llevaban los recaudos por su vez, ya los de una choza, ya los de la otra; los unos miraban a la parte del camino y los otros a la otra, para descubrir los mensajeros antes que llegasen a ellos, y apercibirse para tomar el recaudo, porque no se perdiese tiempo alguno. Y para esto ponían siempre las chozas en alto, y también las ponían de manera que se viesen las unas a las otras. Estaban a cuarto de legua, porque decían que aquello era lo que un indio podía correr con ligereza y aliento sin cansarse”. (op.cit.)