Alfonsina Storni

Alfonsina Storni

“CRONACHE DA BUENOS AIRES”

A cura di Hildegarde Elisabeth Keller

Edizioni Casagrande, 2017

Collana “Scrittori”

Traduzione a cura di Marco Stracquadaini

 

Con particolare piacere desideriamo sottolineare il successo editoriale di un libro recentemente pubblicato, per la prima volta in Italia, per i tipi della casa editrice Casagrande, , che raccoglie molti articoli, sorprendentemente  ironici, provocatori e talvolta caustici, scritti e pubblicati negli Anni Venti sui principali periodici argentini in rubriche dedicate al pubblico femminile, da Alfonsina Storni, famosa poetessa, scrittrice e giornalista argentina.

La Storni, nata il 29 maggio del 1892 in Svizzera, nel Canton Ticino, all’età di quattro anni emigra con la famiglia in Argentina. A causa delle difficoltà economiche la giovane è costretta a svolgere vari lavori fino al 1907 quando ha l’opportunità di intraprendere la carriera di attrice, seppur per breve tempo, che le consente di uscire dall’angusto ambiente familiare, viaggiare per il Paese e conoscere le opere teatrali classiche e contemporanee. Nel 1910 si diploma ed incomincia ad insegnare , ma due anni dopo nasce il figlio illegittimo Alejandro, che Alfonsina deciderà di crescere da sola, senza rivelare l’identità del padre, ed in assoluta autonomia, nonostante i pesanti pregiudizi e l’ipocrisia della società.  Intanto però la sua poesia comincia a suscitare l’attenzione di alcune riviste importanti e nel 1916 pubblica la sua prima raccolta, “La inquietud del rosal”, in cui affronta con sensualità e grande forza il tema del maschilismo imperante che nega alla d0nna l’indipendenza e la libertà di esprimere in tutti i campi se stessa, il proprio  valore e le proprie ambizioni. Da questo momento ha inizio per lei un’attività poetica molto intensa, che rappresenta anche la sua rivincita in ambito sociale e la sua piena espressione esistenziale. Continuerà a pubblicare le sue poesia, dei racconti, un’opera teatrale, oltre a collaborare con molte riviste e periodici, fino al 1938. Conosce e frequenta letterati importanti come la cilena Gabriela Mistral, l’uruguaiana Juana de Ibarbourou, Federico Garcia Lorca e soprattutto Horacio Quiroga, con cui vive un’intensa relazione. Nel 1935 viene aggredita da un tumore, intraprende il lungo e doloroso percorso di cura, ma non riesce ad evitare la depressione, aggravata due anni dopo dal suicidio di Quiroga nel quale legge quasi un ‘anticipazione della propria morte. Nel settembre del 1938 pubblica la sua ultima raccolta poetica, “Mascarilla y trébol” e una “Antològia poética” di testi da lei stessa scelti.

Nell’ottobre del 1938, all’età di 46 anni, stremata nell’animo e nel corpo, si uccide annegandosi nel Mar del Plata, di fronte alla spiaggia La Perla, dopo aver lasciato nella sua camera d’albergo l’ultima sua composizione, “Voy a dormir”, testo che ha ispirato ad Ariel Ramirez e Félix Luna la bellissima canzone “Alfonsina y el mar”, interpretata magistralmente anche da Mercedes Sosa.

 

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